TRADING ONLINE ARRESTATI TRUFFATORI
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Trading online arrestati truffatori. Commenti all’operazione della Procura di Pordenone “Dream Earnings“.
Finalmente le Procure (particolare plauso va a quella di Pordenone) hanno iniziato a rendersi conto dell’enorme portata sociale derivante dalle truffe effettuate dagli operatori abusivi di trading online, ed a condurre le indagini che hanno portato e porteranno, se bene eseguite, ad arrestare e limitare questo tremendo fenomeno di truffe con il trading online. Troppe volte, infatti, purtroppo, a fronte di denunzie di cittadini truffati con il trading online, si sono viste archiviazioni immotivate, e basate solo sulla locazione estera dei truffatori, o su presunte difficoltà di effettuazione delle indagini. L’operazione in commento ha invece l’eccezionale merito, da un lato di avere dimostrato che con adeguate indagini informatiche e finanziarie è sempre possibile scoprire gli autori dei reati online, dall’altro quello di avere compreso che non è possibile trascurare un fenomeno che devasta la vita economica di intere famiglie, dalle dimensioni finanziarie imponenti, con la motivazione della complessità delle indagini estere da effettuarsi.
Si auspica che questa indagine sia di impulso e di esempio per velocizzare centinaia di altre denunzie analoghe, che giacciono inerti in numerosissime Procure, ove sono riversate non solo le speranze di giustizia dei denuncianti, ma anche le possibilità di recuperare enormi somme di danaro truffate.
Articolo a cura dell‘Avvocato Bertaggia di Ferrara
TRADING ONLINE ARRESTATI TRUFFATORI: GLI ESORDI DELLA TRUFFA TRADING
Come iniziano le truffe trading online? Di solito con telefonate stile telemarketing, dove o un operatore telefonico reale, o una voce registrata, invita a comprare azioni Amazon (ovviamente estranea ai fatti), azioni che, per inciso, al di là della notorietà del titolo presso il grande pubblico, ha ceduto il 41,05% in un anno, allo 01/11/22. Da lì, per coloro che, convinti di effettuare grandi affari, si fidano di tali anonimi interlocutori, inizia il percorso verso la rovina finanziaria.
Fortunatamente le indagini della Procura di Pordenone hanno disarticolato la truffa che aveva una movimentazione economica illecita per decine di milioni di euro; il tutto grazie all’aiuto indispensabile della Polizia di Stato con la collaborazione della Polizia albanese e della Procura Speciale Contro la Corruzione ed il Crimine Organizzato S.P.A.K. di Tirana. Infatti Il Procuratore capo di Pordenone Raffaele Tito ed il Procuratore speciale contro la corruzione e il crimine organizzato Spak di Tirana Ened Nakuçi hanno concluso un’articolata attività investigativa che ha portato all’emissione di tre misure cautelari nei confronti di altrettanti cittadini albanesi ai vertici della struttura criminale.
Le indagini, al momento, hanno permesso di appurare che i truffati sono nell’ordine di centinaia, ma si potrebbe scoprire un giro più vasto, visto che le perquisuizioni hanno fatto scoprire un un database di oltre 90mila contatti.
TRADING ONLINE ARRESTATI TRUFFATORI: LE MODALITA’ DELLA TRUFFA
Nulla di nuovo in punto alle modalità con le quali i truffatori agivano: il modus operandi è sempre quello, come da noi più volte scritto su questo blog, e come riportato fedelmente nelle decine di denunzie che abbiamo depositato in svariate Procure italiane.
I potenziali candidati alla truffa trading, tutti italiani, erano contattati da telefoni cellulari con prefisso inglese (+44), a cui faceva sempre seguito una prima proposta, standard, d’investimento concernente le azioni Amazon, a partire da un valore iniziale di 250 euro.
Molti altri erano (e sono, anche attualmente) contattati con annunci o con contatti diretti sui sui social, di solito instagram o telegram, e, purtroppo, data la grande abilità anche psiciologica dei truffatori, erano portati a fidarsi di costoro, come se si trattasse di operatori serri ed affidabili.
I truffatori erano particolarmente preparati anche dal punto di vista psicologico, ed erano in grado di entrare in empatia con le potenziali vittime: i dialoghi spaziavano dall’emergenza pandemica alle situazioni personali sentimentali e familiari delle vittime ed approfittavano anche della solitudine derivante dalle misure anti-Covid per spacciarsi pure come nuovi amici e confidenti. L’identikit della vittima è variegato, una cosa solo li accomuna, il desiderio di guadagnare soldi velocemente.
TRADING ONLINE ARRESTATI TRUFFATORI: I DANARI SCOMPARSI
Si passava quindi alla seconda ( e più lucrosa ) fase della truffa: chi accettava di investire con le presunte azioni Amazon, riceveva, via mail, un link tramite il quale si chiedeva l’installazione del software Anydesk tramite il quale si può porendere possesso del PC altrui da remoto: in tal modo i truffatori effettuavano, con il “consenso” del truffato, ottenuto con artifizi e raggiri, operazioni bancarie che apparentemente erano espletate direttamente dalla vittima, facendo bonifici a proprio favore. Ad altri invece venivano fatte proposte di acquisto di criptovalute su wallet la cui disponibilità era però del truffatore, e che venivano tempestivamente svuotati.
In numerosi casi, le vittime hanno fornito spontaneamente le credenziali di accesso ai propri servizi di home banking a colui che credevano essere il loro consulente, in modo da ottimizzare le operazioni di investimento cogliendo al volo un particolare andamento di mercato: o meglio, questo è ciò che gli veniva fatto credere.
TRADING ONLINE ARRESTATI TRUFFATORI: I FALSI PORTALI DI INVESTIMENTO ONLINE
A seguire, e per meglio convincere i truffati, la ghang aveva creato, conm l’evidente complicità di abili tecnici informatici, un falso portale di investimenti online, dove esra possibile seguire l’andamento degli “investimenti” effettuati, andamento chiarmente estremamente positivo, ma, altrettanto ovviamente, tutto falso ed inesistente. Nessun tipo di investimento è mai stato effettuato, e nessuna somma versata poteva essere più sotto il diretto controllo e la disponibilità del truffato.
Vi era di più, grazie alle informazioni acquisite entrando all’interno del PC della vittima, i truffatori potevano usare le informazioni così acquisite per poter cercare di impossessarsi di altri soldi, grazie anche alle informazioni riservate ottenute fraudolentemente.
Particolare da non sottovalutare: le comunicazioni avvenivano sempre in un italiano perfetto, sia tramite il telefono che tramite messaggistica WhatsApp. Molte volte poi è accaduto (e lo vediamo anche noi dalla nostra esperienza personale) che i truffati venivano convinte a richiedere appositi finanziamenti per effettuare nuovi investimenti, facilmente convinti dalle mirabolanti visioni dei guadagni ottenuti, tramite l’accesso al falso portale di investimento finanziario, più sopra citato.
TRADING ONLINE ARRESTATI TRUFFATORI: CRIPTOVALUTE E RICICLAGGIO
Il denaro in questo modo truffato, veniva bonificato su conti correnti esteri di diversi paesi UE, principalmente Cipro, Lituania, Estonia, Olanda e Germania. Tra i beneficiari di tali bonifici, accertati dalle indagini, vi sono numerose società di Exchange, spesso molto piccole, che convertivano immediatamente il denaro ricevuto in criptovaluta su wallet nella disponibilità dei truffatori.
Quando poi lo sprovveduto “investitore” desiderava incassare i falsi profitti, le scuse per non dargli i soldi erano sempre le stesse: una falsa commissione da pagare, per lo sblocco del denaro, a una presunta agenzia dell’Unione Europea a causa della Brexit, tasse, penali e quant’altrio di immaginifico. Tali somme, chiaramente, venivano incassate dall’organizzazione criminale che, come è evidente, non restituiva nemmeno la somma presuntivamente “investita”.
Alla fine poi (anche questo comportamente che quotidianamente chi si rivolge allo Studio lamenta) i truffatori si spacciavano per società di recupero crediti (false anch’esse), spesso dopo molto tempo, convincendo le vittime a pagare ulteriori somme di denaro per riottenere il denaro investito.
Le intercettazioni telematiche e le attività di polizia giudiziaria effettuate sia in Italia che in Albania hanno permesso di scoprire che il gruppo criminale era gestito imprenditorialmente: vi erano due call center con 60 lavoratori addetti, con svariate figure al proprio interno: operatori, che gestivano il primo contatto con i clienti e verificavano la disponibilità ad investire, consulenti (fittizzi) che seguivano il cliente al fine di fargli fare i presunti (ed inesistenti) investimenti, mai effettuati.
TRADING ONLINE ARRESTATI TRUFFATORI: 90MILA I TRUFFATI
I call center utilizzavano delle piattaforme denominate Customer Relationship Management, realmente professionali, ed ogni operatore aveva così modo di accedere alla sezione riservata ai clienti potenziali che contattava, per annotare ed evidenziare le conversazioni intrattenute con il cliente, la sua propensione all’investimento ed i suoi dati personali. Il database scoperto grazie alle indagini, era composto di 90.000 potenziali “clienti” che gli operatori dedicati dovevano contattare per chiedere la loro disponibilità all’investimento. Spesso, inoltre, gli operatori utilizzavano provider VoIP telefonando così direttamente dalla propria postazione di lavoro.
E’ stato analizzato circa un Terabyte di traffico telematico passante per il server, durante le operazioni di intercettazione telematica. Sono state intercettate circa 42.000 telefonate effettuate dal call center.
Si presume, ad oggi, che la movimentazione di denaro truffato possa ammontare ad alcune decine di milioni di euro.
A Tirana, come conseguenza dell’operazione, sono stati sequestrati i due Call Center con più di 60 postazioni dotate di personal computer, nonchè i due server collegati alle postazioni di lavoro; analogamente, anche in Italia veniva sequestrato un server utilizzato dalla banda per offuscare le proprie tracce informatiche al fine di ostacolare le investigazioni.
TRADING ONLINE ARRESTATI TRUFFATORI: LE TECNOLOGIE USATE NELLA TRUFFA
La gang era tutt’altro che sprovveduta: si era fornita di modernissimi sistemi tecnlogici, al fine di evitare di essere scoperti dalle Autorità. La rete informatica del call center usava il meccanismo del tunnelling VPN su un server VPS avente sede in Italia, fornito di IP statico, in modo tale che ogni connessione effettuata ai servizi di home-banking delle vittime risultasse proveniente dall’Italia, e non dall’Albania. Ciò agevolava ai truffatori, perchè consentiva anche, di non fare evidenziare come sospette le connessioni agli istituti bancari, in quanto apparentemente provenienti dall’Italia, ingannando così i sistemi alert predisposti dagli stessi.
TRADING ONLINE ARRESTATI TRUFFATORI: COSA FARE SE SI E’ STATI TRUFFATI
Consigli per non cadere nelle truffe del trading online ne abbiamo dati molti ed in molte occasioni, su questo blog, vi rimandiamo quindi alla lettura di questo articolo
Recuperare i soldi truffati dal trading online è difficile ma non impossibile. Bisogna essere pazienti, effettuare le procedure giuste, e non scoraggiarsi mai.
Lo Studio Legale Internazionale Bertaggia ha posto in essere una serie di procedure che possono portare l’investitore truffato al recupero delle somme perse; abbiamo davanti numerosi potenziali soggetti a cui chiedere i risarcimenti, dal truffatore (società o persona fisica) alla banca stessa che ha effettuato operazioni, qualora non conformi alla politica KYC, obbligatoriamente da adottarsi, anche in capo agli exchange di criptovalute, e numerosi strumenti giuridici, dalla costituzione di parte civile nei procedimenti penali alla causa giudiziaria, al sequestro conservativo, anche europeo.
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Truffe trading: i bonifici su conti esteri
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Autore. Studio Legale Internazionale Bertaggia – Titolo TRADING ONLINE ARRESTATI TRUFFATORI, in www.avvocatobertaggia.com/blog.
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Articolo aggiornato al 01 Novembre 2022