Noi la avevamo già detti anni fa: il mondo offshore (quello che avevamo conosciuto negli anni 80 e 90 del secolo scorso) era prossimo alla fine!
Ora quella fine è arrivata. Non inaspettata, non improvvisa, ma è arrivata. Bisogna rendersene conto e andare avanti. Ma non bisogna cercare di essere attaccati a speranze da illusi o da persone che non conoscono il mondo.
Non vi è più la possibilità di tenere nascoste somme di rilievo all’estero. Bisogna fare la voluntary disclosure 2017. Conti esteri voluntary disclosure 2017
Per questo l’opportunità di cogliere l’ultima voluntary disclosure 2017, varata dal D.L. 193/2016, che consente nuovamente la regolarizzazione di posizione finanziare estere precedentemente non dichiarate e come tali non utilizzabili in maniera lecita, è l’ultima possibilità per tutti coloro che continuano a detenere somme di danaro all’estero non dichiarate. Dopo sarà troppo tardi!
La possibilità di fare emergere i conti correnti detenuti illegalmente all’estero è concessa fino al 31 luglio 2017 (salvo un ulteriore periodo di 90 giorni per le integrazioni)
La nuova Voluntary Disclosure (Vd), è l’ultima opportunità che consente di regolarizzare i capitali esteri non dichiarati in Italia, sanando la propria posizione fiscale, con una pressoché completa immunità sotto il profilo penale, e preservando l’effettiva disponibilità del patrimonio detenuto illecitamente.
Procedura e sanzioni ricalcano sostanzialmente la precedente voluntary tranne per una sostanziale differenza: l’autoliquidazione delle somme dovute da parte del contribuente. Il contribuente dovrà calcolare autonomamente le imposte, sanzioni ed interessi ed autoliquidare il tutto tramite F24, salva l’esattezza dei calcoli controllati dall’Agenzia delle Entrate.
Tale calcolo potrà anche essere chiesto direttamente all’Agenzia delle Entrate, ma in questa circostanza le sanzioni aumenteranno del 10%: questo uno dei motivi per rivolgersi a professionisti qualificati.
VOLUNTARY DISCLOSURE 2017 COSA E’ POSSIBILE SANARE
Con la Voluntary Disclosure 2017 è possibile sanare tutti gli investimenti e le attività di natura finanziaria costituiti o detenuti all’estero, anche indirettamente o per interposta persona: conti correnti, polizze assicurative, trust, fondi comuni, depositi di metalli preziosi, immobili, partecipazioni, imbarcazioni, navi da diporto o altri beni mobili.
Ricordiamo che volta regolarizzati i capitali esteri, tramite l’adesione alla voluntary disclosure 2017, il contribuente potrà disporne come meglio crede alla luce del sole, facendoli rientrare in Italia oppure mantenendoli all’estero, (c.d. rimpatrio giuridico).
VOLUNTARY DISCLOSURE 2017: HO IL CONTO ESTERO SEGRETO. COSA MI SUCCEDE SE NON FACCIO LA VOLUNTARY?
I conti esteri “segreti” non esistono concretamente più. Bisogna rendersene conto. In tutto il mondo esistono 196 stati riconosciuti come Stati Sovrani (cioè indipendenti). Di questi 196 stati numero 105 effettuano (o effettueranno tra breve-ma l’elenco degli aderenti aumenta di mese in mese) regolari comunicazioni fiscali con la nazione di residenza fiscale di colui che detiene conti correnti non dichiarati all’autorità della nazione di residenza fiscale. Gli stati che non comunicano (ad oggi) sono o paesi africani allo sbando, o rari nazioni comuniste, o atolli del pacifico, a paesi arabi ove vige la legge islamica. Portereste i vostri soldi in tali luoghi? Pensate bene prima di prendere ogni decisione. Lo scambio automatico di informazioni fiscali prevede che le informazioni finanziarie saranno ricevute dalle Autorità fiscali degli Stati fra loro in accordo, in formato elettronico, con periodicità annuale, ed in modo automatico.
Saranno oggetto di comunicazione le informazioni finanziarie relative ad ogni conto finanziario intrattenuto presso una giurisdizione firmataria dell’accordo e intestato a persone fisiche o entità – quali, ad esempio, società, fondazioni, trust – di cui una o più persone fisiche risultino “titolari effettivi” ai sensi delle disposizioni antiriciclaggio, nonché i beneficiari dei contratti di assicurazione sulla vita a contenuto finanziario.
Di ogni conto finanziario saranno forniti tutti gli estremi identificativi della persona titolare (nome, indirizzo, Stato di residenza, codice fiscale), nonché del conto finanziario ( numero di conto ed estremi identificativi dell’intermediario finanziario).
Inoltre, le informazioni finanziarie che saranno comunicate e scambiate riguarderanno non solo i redditi di capitale, ma altresì i saldi di conto e i corrispettivi delle vendite e riscatti degli strumenti finanziari.
A seguito dell’adozione del Common Reporting Standard, l’Italia riceverà quindi le informazioni relative alle attività finanziarie detenute all’estero da soggetti residenti in Italia. Di conseguenza, il Fisco italiano avrà a disposizione tutte le informazioni necessarie a verificare le disponibilità finanziarie estere, rendendo concretamente impossibile, occultare all’estero patrimoni e redditi.
Se volete capire l’importanza e la portata di tali direttive leggete questo link. Capirete che è diventato concretamente impossibile detenere somme di danaro non dichiarate all’estero.
In assenza di regolarizzazione, l’Agenzia delle Entrate può irrogare una sanzione per violazione degli obblighi in materia di monitoraggio fiscale tra il 6 e il 30 per cento degli importi non dichiarati. Bisogna ricordare che se si detiene un patrimonio all’estero – sia un conto corrente, un immobile o un deposito in metalli preziosi – bisogna indicare l’importo corrispondente nella dichiarazione dei redditi, a prescindere che tale investimento abbia prodotto un reddito. La sanzione sarà quindi calcolata sul totale del patrimonio posseduto all’estero – per ogni singolo anno – e il Fisco può accertare gli ultimi 10 anni.
In pratica la sanzione potrebbe superare il 300 per cento dell’importo posseduto all’estero.
QUALI SONO I PAESI CHE NON ADERISCONO ALLO SCAMBIO AUTOMATICO DI INFORMAZIONI FISCALI.
Di seguito l’elenco (non esaustivo e soggetto a continui cambiamenti): sono nazioni che non hanno attualmente in essere neppure trattative per giungere ad un accordo. Nulla vieta che la facciano in futuro. Brunei situato in Indonesia, Gibuti, Libano, Liberia (Africa), Macao (Cina), Maldive (situate nell’oceano indiano), Oman (confinante con l’Arabia Saudita), Isola di Sant’Elena (Oceano Atlantico meridionale).
Per quanto concerne il continente americano: Bahamas, Barbuda, Grenada. Guatemala, Sole Vergini Statunitensi, Saint Kitts Nevis, Saint Vincent e Grenatine
Stati situati nell’Oceano Pacifico: Isole Cook, Isole Marshall, Kiribati, Nauru, Niue, Nuova Caledonia, Polinesia Francese, Isole Salomone, Samoa, Vanuatu, Tuvalu, Tonga, Saint Lucia.
Ricordiamo che oltre 90 giurisdizioni – anche quelle storicamente “impermeabili”, quali, Svizzera, Isole Cayman, Bahamas, Andorra, etc. – hanno annunciato la loro adesione allo standard globale di scambio di informazioni: di queste, 56 giurisdizioni si sono impegnate a darvi attuazione nel 2016 (per poi scambiare i dati nel 2017), mentre circa 40 giurisdizioni si sono impegnate allo scambio con una tempistica posticipata di un anno (2018). Questo per ricordare che, in materia di conti esteri voluntary disclosure 2017, è bene effettuarla senza perdere ulteriore tempo.
Non è più possibile detenere capitali illeciti all’estero.
Vi fidereste di avere conti in uno di questi paesi? Chi vi tutelerebbe da ricatti, malversazioni, futuri trattati di comunicazione con l’italia? Pensateci.
A seguito dell’adozione del Common Reporting Standard, l’Italia riceverà quindi le informazioni relative alle attività finanziarie detenute all’estero da soggetti residenti in Italia. Di conseguenza, il Fisco italiano avrà a disposizione tutte le informazioni necessarie per verificare le disponibilità finanziarie estere e ad avviare i relativi controlli, rendendo sempre più difficile, fino all’impossibilità, occultare all’estero patrimoni e redditi.
VOLUNTARY DISCLOSURE 2017. CONVIENE ADERIRE?
La convenienza dell’opportunità offerta, in materia di conti esteri voluntary disclosure 2017, è probabilmente l’ultima; va effettuata anche alla luce della sempre maggiore, ed ormai pressoché completa, adesione dei paesi una volta reputati segreti, al sistema di collaborazione con le nazioni OCSE e quindi anche con l’Italia. Basta pensare che le informazioni sulla detenzione di conti correnti ed in generale di disponibilità finanziaria all’estero verrà ormai fornito anche da stati come Panama, le Isole Cook, il Belize…..
Con questa adesione diventano 105 i paesi che hanno aderito alla “Convenzione Multilaterale sulla mutua Assistenza Amministrativa in materia fiscale”; tutti questi Stati sono impegnati ad aderire a qualsiasi forma di collaborazione in materia di accertamento e riscossione delle imposte. Leggetevi l’elenco degli Stati, cliccando sul link, e capirete che i capitali nascosti non esisteranno più.
Quindi la risposta è una: si, conviene aderire alla Voluntary Disclosure 2017.
Ciò anche alla luce che praticamente tutti gli Stati del mondo si sono accordati per consentire lo scambio automatico delle informazioni relative ai conti bancari, l’amministrazione finanziaria disporrà di tutte le informazioni utili per emettere un avviso di accertamento con l’irrogazione di sanzioni che, nella maggior parte dei casi, potranno superare l’importo dei capitali detenuti all’estero.
Conti esteri voluntary disclosure 2017. In quel caso il contribuente dovrà rispondere anche con il proprio patrimonio italiano. Pertanto è meglio che coloro che detengono attività estere si muovano per tempo regolarizzando le proprie posizioni, accedendo ai benefici premiali della normativa in vigore, dal momento che presto i loro conti esteri saranno messi a conoscenza dell’amministrazione finanziaria direttamente dalle banche estere.
Avvocato dal 1993, Cassazionista dal 2009. Collaboro con imprenditori e professionisti nella pianificazione fiscale e nella creazione di società estere. Mi occupo anche di penale internazionale ed italiano. Coadiuvo uno Studio con numerosi collaboratori professionisti, sia avvocati che commercialisti. Se hai una questione giuridica da risolvere, contattami, troverò le risposte legali adeguate.
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